sabato 30 dicembre 2017

ITALIA: Il governo sta per porre fine alle Erboristerie


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UNA VERGOGNA SENZA FINE!


Mentre da una parte si includono nuove figure sanitarie dall’altra si cancella la figura professionale dell’Erborista con l’abrogazione in toto della Legge del ’31: un atto che può avere gravi conseguenze sulla salute pubblica privando della preparazione e competenze necessarie la manipolazione delle piante officinali e gettando alle ortiche quel patrimonio di sapere unico che gli erboristi italiani da sempre rappresentano.


In questi giorni di festa e in silenzio si sta compiendo lo scempio del settore erboristico italiano, arrivano oggi al pettine le drastiche e non condivise decisioni prese durante i lavori del Tavolo di filiera delle Piante Officinali istituito  presso il ministero delle Politiche Agricole, su sollecitazione di FIPPO – ASSOERBE e SISTE.

Il Governo sta per approvare, su proposta del Ministro delle politiche agricole Martina, un decreto legislativo, sulla “disciplina della coltivazione, della raccolta e della prima trasformazione delle piante officinali”.

Eravamo riusciti a disinnescare la proposta di legge di pari titolo n. 3864 portando motivate ed analitiche osservazioni durante l’audizione del 26 ottobre scorso, ma ecco che ciò che è uscito dalla porta rientra dalla finestra e con maggior virulenza.





All’articolo 8 di questo decreto si ABROGA, totalmente e senza mezzi termini la Legge n. 99 del 1931, in pratica l’Erborista NON ESISTE PIU’.




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Una cattiveria ed un’ostinazione senza fine, ingiustificata ed inutile, in un provvedimento volto a dichiarare la coltivazione delle piante officinali una pratica agricola comune che autorizza l’agricoltore alla prima trasformazione e alla distillazione delle piante officinali, con buona pace della tanto decantata qualità e con i conseguenti rischi per la salute del consumatore.

Il Tavolo di filiera delle piante officinali, che ha prodotto il Piano di Settore che la F.E.I. ha sempre ampiamente criticato con i fatti perché da subito capimmo che quello che in realtà si voleva ottenere era l’abrogazione della Legge del 1931, di fatto estromette l’Erborista dalla filiera delle Piante Officinali decretandone la FINE senza appello.



Inutile ormai laurearsi in Scienze e Tecniche Erboristiche, inutili i corsi universitari. 


Ringraziamo queste associazioni e il Governo per aver fatto spendere soldi inutilmente alle tante famiglie italiane i cui ragazzi aspiravano a diventare erboristi e ad avere un ruolo nella filiera delle piante officinali. Questo è il risultato di un lavoro disastroso volto ad accontentare associazioni agricole potenti dietro le quali FIPPO ed altre si sono riparate.

Ringraziamo il Dott. Primavera, Presidente della FIPPO – Federazione Italiana Produttori Piante Officinali – che fino al giorno dell’audizione alla Camera dei Deputati insisteva a dire che la  sua associazione non intendeva abrogare la legge sull’erboristeria. Questo è il risultato ottenuto. Ne terremo sicuramente conto nell’acquisto di piante officinali dai loro associati.

Risultati immagini per piante medicinaliQuesto il risultato della politica del NON ASCOLTO, non sono stati ascoltati gli erboristi né le Università, la contrapposizione con i funzionari del Ministero delle politiche agricole e con le associazioni di categoria agricole fu subito fortissima, perché l’imperativo era di eliminare l’erborista italiano affinché l’agricoltore potesse liberamente prendere il suo posto.

A rischio ovviamente la libera miscelazione delle piante officinali e dei laboratori erboristici, senza più l’ombrello protettivo della Legge del 1931, del suo regolamento e di tutta la giurisprudenza successiva conquistata a forza di lacrime e sangue dagli erboristi in più di quarant’anni di battaglie.


Nessuno, neanche il settore farmaceutico aveva osato tanto!



In un mondo in cui impazzano consigli non qualificati sulla salute da parte dei Social Network, in cui i venditori porta a porta delle grandi multinazionali degli integratori fanno continuo abuso di professione medica introitando enormi guadagni, senza essere perseguiti per le loro azioni,

l’Erborista italiano potrebbe non esistere più.







 GIU’ LE MANI DALL’ERBORISTERIA!


Le erbe officinali agli Erboristi! No al decreto legislativo del Governo che prevede l’abrogazione dell’Erborista unico e vero esperto di piante officinali, del loro riconoscimento e utilizzo. 
No ad un’ingiustizia senza alcuno scopo. 
No all’abrogazione della Legge n. 99 del 1931”. 

Ovviamente sulla base di questo esempio ognuno potrà inviare le proprie considerazioni, ma senza mai oltrepassare i limiti della buona educazione.

Invito inoltre i laureati e gli studenti dei Corsi di laurea a rispondere in modo massiccio a questo invito e a coordinarsi con la FEI per ogni ulteriore iniziativa da intraprendere.


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MAI come questa volta la nostra professione, il nostro lavoro, le vostre speranze, in pratica l’ERBORISTERIA italiana è nelle nostre mani.

Diamo una risposta compatta e forte contro questa ingiustizia ai danni degli Erboristi italiani e dei cittadini che usano le piante officinali per la propria salute.  Diamo un messaggio forte e deciso al Governo:

questo provvedimento non deve essere approvato.


Fonte e articolo completo: http://www.feierboristi.org/fei/una-vergogna-senza-fine-giu-le-mani-dallerboristeria/ br>

venerdì 29 dicembre 2017

Addio città, addio civiltà, me ne ritorno in Natura a fare il selvaggio



Un ragazzo italiano di 28 anni mi ha inviato questa lettera, mi ha chiesto di condividerla con voi


Adorati fratelli,

Voglio informarvi che mi sono trasferito in un luogo remoto della Terra, lontano da fabbriche sputaveleno, da strade trafficate e da città che seppelliscono il verde ai miei occhi.

Ho deciso di vivere nel cuore di una Natura ancora incontaminata, in compagnia di alcuni esseri umani che si sentono ancora tutt’uno con l’ambiente che li circonda.

Il caos del mondo moderno ormai è per me solo un ricordo, ma temo il giorno in cui la civiltà arriverà anche in questo piccolo angolo sperduto a bussare alle porte.

Se quel giorno verrà, sarò felice di sacrificare la mia vita per difendere questo luogo e questa gente.



La mia vita ora è semplice e serena.
La mattina all'alba ognuno di noi si reca nel suo angolo segreto per meditare e ringraziare il creato per tutto ciò che ci offre quotidianamente.

Finita l’ora di meditazione, ognuno di noi dedica il proprio tempo alle proprie passioni e al sostenimento di questa piccola comunità.

C’è chi s’inoltra nei boschi per raccogliere la legna secca e chi si dedica alla cura delle coltivazioni di ortaggi, chi suona la musica, chi scrive poesie e chi dipinge.

A mezzogiorno ci ritroviamo tutti alla grande tavolata, dove mangiamo e ci scambiamo idee o raccontiamo cosa abbiamo fatto durante il mattino.

Le donne lavano i nostri vestiti giù al fiume e poi gli stendono ad asciugare al sole, appendendoli a dei fili sospesi tra gli alberi.
Le nostre case sono piccole e semplici, fatte di legno, fango e argilla.

Non abbiamo serrature alle porte perché nessuno di noi è tanto povero da provare il desiderio di rubare.



La sera ci ritroviamo tutti ancora alla grande tavolata, dove non mancano mai alcuni posti vuoti, casomai passasse qualche avventuriero affamato e bisognoso di ospitalità per la notte.

Finito di cenare i più anziani accendono un fuoco nel mezzo del villaggio e i bambini accorrono per ascoltare le storie avventurose che hanno loro da raccontare.

Questo è il nostro modo di educarli, trasmettendo loro valori e ideali, coraggio e forza, attraverso fiabe, miti e leggende.
Di giorno invece sono le nostre donne a educare i bambini, insegnando loro a scrivere e parlare correttamente. Insegnano loro la matematica, improvvisando compiti divertenti, in modo tale che nessuno si annoi mai.

Quando vogliamo fare l’amore, affidiamo i bambini alla nostra comunità e ci dirigiamo nel bosco per isolarci in una delle case d’incontro. Lì dentro accendiamo le candele e il fuoco se fa freddo, addobbiamo la stanza con tende colorate e bruciamo incenso per profumare l’aria.

In questa terra mi sento davvero ricco, c’è una sorgente dove fare il bagno e rilassare il proprio corpo, ma soprattutto sono circondato da persone che mi amano.

Ho deciso di passare qui il resto della mia vita terrestre, in questo piccolo ma meraviglioso paradiso ancora incontaminato, fino al momento della mia morte, quando il mio spirito abbandonerà questo corpo e farà ritorno da voi.

Un solare e fraterno abbraccio a tutti voi.

mercoledì 20 dicembre 2017

Gli uomini hanno più paura di vivere che di morire



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La creatività, la varietà d’interessi, il senso di appartenenza al contesto in cui si risiede, la vitalità personale sono caratteristiche che determinano la qualità della vita delle persone. 



La vitalità personale è messa a dura prova dal lavoro (che lo si abbia o meno), dalla vita routinaria, dai trasporti, dalle condizioni abitative, dalle caratteristiche ambientali; la varietà di interessi è per lo più orientata e limitata alla fruizione di spettacoli, di oggetti da acquistare; il piacere di agire per un interesse comune è frustrato da una partecipazione a progetti di trasformazione sociale scarsa e poco efficace; la creatività, il fare fatica a trovare piena espressione, inibita da leggi e regolamenti che ne limitano o impediscono lo sviluppo o indirizzata verso hobby e bricolage. 

Tutto concorre, nella vita quotidiana, a frustrarne la pienezza, a ingabbiarla, contenerla, incanalarla, lasciando spazio soltanto a piaceri atrofizzati e desideri ridotti al minimo indispensabile. L’inquietudine, l’isolamento e la solitudine dilagano; 





Gli uomini hanno più paura di vivere che di morire.




Tutto ciò si evidenzia con maggiore chiarezza per chi vive in ambiente urbanizzato, città, metropoli o megalopoli che sia. 


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Nelle città la maggior parte delle persone non riesce a vivere come vuole; l’ambiente urbano, così com’è, non permette che nascano e si sviluppino le loro personalità; è inadatto a soddisfarne i bisogni, organizzato com’è a vantaggio di qualcos’altro.

L’attività di ognuno, che sia lavoro, uso del tempo libero, dormire, cucinare, studiare, eccetera, è di norma organizzata in spazi che solo in minima parte possono essere creati, modificati e gestiti da chi li abita. 

Gli ambienti sono concepiti in modo tale che l’abitare sia funzionale non alla vita di ciascuno, ma agli interessi di persone estranee ad essa. 




Così la scuola è costruita primariamente per educare alla disciplina, la fabbrica o l’ufficio per creare profitto, i condomini per spezzare la socialità, il cubo in cui viviamo per ammansirci; difficilmente possono essere modificati.



Se si vuole cambiare qualche cosa nella propria casa, si deve chiedere il permesso a qualche autorità. Regolamenti edilizi e burocrazie di ogni genere hanno criminalizzato ogni intervento creativo all’esterno, ma anche all’interno delle abitazioni. 


Risultati immagini per burocrazia casaNell’intimo delle mura domestiche la possibilità di gestire lo spazio si limita a poche cose, per lo più intese a isolare all’interno delle quattro mura le persone che ci abitano. L’unico ambito in cui si ha il permesso di organizzare la propria casa è confinato alla disposizione dei mobili, alla tinteggiatura delle pareti: tutto il resto è precluso, dove si abita e come si abita sono sotto stretto controllo.


Le istituzioni economiche, amministrative, politiche, sociali, culturali sono le dirette responsabili della qualità dell’esistenza di ognuno di noi. Il contesto in cui la nostra vita si svolge non ci appartiene; sono loro che organizzano il lavoro, la gestione territoriale, il controllo e la sicurezza, il sapere e la ricerca e, per come funzionano le cose, è sin troppo facile dimostrare come le persone si sentano estranee alla loro visione e ne subiscano le conseguenze. 

Che le istituzioni facciano parte del problema e non della soluzione è sentimento molto diffuso. 


Risultati immagini per globalizzazioneLavoro, comunicazione, risorse energetiche, concezione dello Stato sono fattori in veloce mutamento, frutto di una globalizzazione di cui si stenta a prendere piena consapevolezza continuando, nell’affrontarli, ad affidarsi a modelli di governo, di trasformazione o di radicalismo non più adatti a interpretare e risolvere alcun problema e tanto meno immaginare un qualunque futuro. 

L’indeterminatezza, l’usura, l’inutilità dei mezzi pratici e teorici usati per affrontare la realtà non producono altro che sfiducia, immobilismo e frustrazione. 

Finora il vuoto è stato colmato da un ethos consumistico tanto sfrenato quanto consolatorio, indirizzato e guidato da un apparato massmediatico di prim’ordine – il vero cardine del sistema – creato appositamente per veicolare la trasformazione di tutti i rapporti sociali in spettacolo e valorizzare come merce ogni aspetto dell’uomo e della natura. Per tutto ciò le istituzioni, ancorché democratiche, ne stanno uscendo a pezzi e anche i governati non stanno bene, impreparati come sono a subirne i colpi o a coglierne gli aspetti positivi.



Nautilus, novembre 2009




Fonte e articolo completo
http://www.informa-azione.info/esce_la_citta_totalitaria_edizioni_nautilus

martedì 19 dicembre 2017

Addio Spelacchio! Morto per i capricci del Natale Capitalista


Addio 'spelacchio', il Comune ammette: l'albero di Natale è ufficialmente secco


Questo splendido esemplare di Abete Rosso, sradicato dalla sua "casa" in Val di Fiemme (Trentino) per essere venduto a Roma come addobbo natalizio.

Ne danno il triste annuncio i media di tutto il mondo, ipocritamente commossi per la morte dell'albero, come non fosse ugualmente destinato a morire e ad essere fatto appezzi non appena fosse passato il Natale.

Vi siete mai chiesti quanto possa costare alle casse pubbliche il trasporto di un albero di simili dimensioni dal Trentino fino a Roma? Per cosa poi? Per festeggiare il Natale, non sarebbe stato molto più sensato utilizzare quei soldi per aiutare gli italiani in difficoltà? I terremotati? Gli alluvionati? I barboni che muoiono al freddo e nell'indifferenza generale?



Il Messaggero riporta il seguente titolo:

Roma, «Spelacchio è nato morto»: indagine su chi l'ha ucciso.



Secondo voi chi lo ha ucciso? Il vento? Un virus? 
Paolo Bonolis o forse l'operaio che lo a tagliato su commissione di chi voleva quell'albero a Roma?

Dobbiamo aspettarci un edizione speciale di Studio Aperto dedicata a questo povero albero abbattuto? Io credo invece che l'albero, morendo, abbia voluto finire in croce proprio come fece Gesù Cristo, per dimostrare all'umanità che dopo 2017 anni non è ancora cambiato niente, accecati da capricci stupidi giustifichiamo la distruzione della Natura, tagliamo alberi, li carichiamo su camion e gli facciamo fare centinai di chilometri per usarli come addobbi temporanei, dove basterebbe molto semplicemente trapiantare un albero per ogni piazza.

L'albero è morto perché voleva morire prima del suo tempo, rifiutandosi di contribuire al decoro capitalista di un mondo sull'orlo dell'abisso.




Sapete che gli alberi parlano? Essi lo fanno! 
Parlano tra di loro e loro vi parleranno se solo voi li ascoltate. 

Il guaio dei bianchi è che loro non ascoltano! 
E così non hanno mai ascoltato gli indiani come non ascoltano le altre voci della natura. Ma vi assicuro, gli alberi mi hanno insegnato molto: sul tempo, su- gli animali, sul Grande Spirito.  
    
                                                                                                                    Tatanga Mani Assiniboine - Indiano d'America



giovedì 7 dicembre 2017

Nessuna autopsia per il giornalista che denunciò la corruzione mediatica

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Udo Ulfkotte, già nota firma del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, è stato rinvenuto morto nella sua abitazione il 13 gennaio scorso. Aveva 56 anni, e le autorità tedesche hanno individuato la causa della morte in un attacco di cuore.


Il fatto strano è che non è stata eseguita nessuna autopsia sul corpo del giornalista tedesco, e le autorità giudiziarie hanno autorizzato la cremazione del cadavere, pregiudicando così irrimediabilmente la possibilità di riesumare il corpo in un secondo momento, e di stabilire se effettivamente sia stato un arresto cardiaco a causarne la morte improvvisa. 


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Era un giornalista scomodo, Ulfkotte, ed aveva suscitato scalpore tre anni fa nel mondo dell’informazione per la sua confessione pubblica di essere stato al servizio della Cia e della struttura di intelligence che appoggia la Nato.


Secondo Ulfkotte, i media occidentali non sono altro che l’emanazione dei servizi segreti statunitensi e lavorano esclusivamente per portare avanti gli interessi dell’apparato di potere che ruota attorno a Washington.


Il giornalista tedesco aveva dichiarato a Russia Today di essere stato parte di quel sistema di informazione e ne aveva spiegato chiaramente il funzionamento. «Faccio il giornalista da 25 anni e sono stato educato a mentire, a tradire e a non rivelare la verità al pubblico», così Ulfkotte esordiva sugli schermi di RT, in una dichiarazione shock. 

Qual è lo scopo di questa macchina di propaganda di cui parlava Ulfkotte? 

Per il giornalista tedesco il compito dei media occidentali era quello di «portare ad una guerra contro la Russia, di manipolare l’opinione pubblica ed è quello che hanno fatto e fanno tuttora anche i miei colleghi, non solo in Germania, ma praticamente in tutta Europa».

Nessun paese europeo è escluso dal sistema, e in particolare a subire più l’influenza della Nato e della Cia sono i giornali anglosassoni, quelli considerati da qualche giornalista di casa nostra del tutto indipendenti e impermeabili alle influenze dall’esterno. 

In un’intervista all’Oriental Review, Ulfklotte aveva anche spiegato come venissero elargiti favori e concessioni di vario genere a quei giornalisti fedeli alla linea indicata da Washington.
Ulfkotte aveva iniziato a rivelare all’opinione pubblica tedesca la verità sui media occidentali nel suo libro Giornalisti comprati che gli è costato la carriera e la minaccia del suo ex giornale di pesanti azioni legali nei suoi confronti. 




In Germania era stato bandito da tutti ed era stato vittima di un altro grave episodio di censura, quando il suo profilo Facebook è stato bloccato dopo aver postato l’immagine del suo ultimo libro, Criminali senza limiti, nel quale si fa una dettagliata ricostruzione di tutti i reati commessi dai migranti in Germania e della censura dei media tedeschi su questi gravi episodi. 

Secondo Hadmuth Danisch, un informatico tedesco in contatto con lui, Ulfkotte negli ultimi tempi si stava dedicando alle irregolarità commesse dalla Cancelliera Angela Merkel per le sue violazioni della Costituzione tedesca in tema di accoglienza dei migranti, denunciate anche dal giurista tedesco Udo Di Fabio.


Fontehttp://www.complottisti.info/cremato-senza-autopsia-il-giornalista-tedesco-che-aveva-denunciato-come-i-suoi-colleghi-fossero-a-libro-paga-della-cia/

mercoledì 6 dicembre 2017

Trump sconsacra le terre indiane - ora si potrà estrarre petrolio e gas

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Donald Trump cancella gran parte del Bears Ears National Monument, area protetta e ordina la riduzione del 47% del Grand Staircase-Escalante. Una decisione che di fatto abolisce limiti e restrizioni nello sfruttamento delle terre dei nativi americani e manda su tutte le furie gli ambientalisti.

Che significa? Significa in breve che tutte quelle aree, attualmente abitate dagli ultimi Indiani Nativi Americani discendenti dei popoli sterminati con la forza bruta dai colonizzatori bianchi a partire da quel lontano 1492, che fino a ieri erano aree protette da trattati firmati dal governo U.S.A, da oggi, grazie alla decisione di Trump, potranno essere deforestate, sfruttate, cementificate, inquinate, il tutto a "norma di legge".


Gli Indiani che ora abitano li saranno di conseguenza ancor più ridotti in schiavitù. Le sacre aree dove raccoglievano le loro erbe medicinali potranno essere irrimediabilmente compromesse.
I loro corsi d'acqua potranno essere deviati o sfruttati per la costruzioni di centraline per rubare loro l'acqua e portarla alla "civiltà".

Trump, orgoglioso della sua scelta, ha definito la sua mossa come una ‘decisione storica’ e di fatto lo è, perché mai nessuno, da quando è stato istituito l'Antiquities Act, ovvero nel 1906, (che conferisce al presidente la facoltà di dichiarare aree protette), ne aveva abolita una.

Ma allora quanto valevano quei trattati firmati da gli Indiani sopravvissuti ai massacri da parte dei coloni e il governo degli Stati Uniti d'America? Meno di niente.


Immagine correlataLa sete di potere dei colonizzatori bianchi dopo più di 500 anni non è ancora finita, ed ora, nell'era della libera informazione, dove le menzogne non passano mai inosservate, l'America da ancora una volta prova della sua falsità, infrangendo quei stessi trattati che lei stessa aveva scritto.

La persecuzione indiana continua in nome delle estrazioni di gas e petrolio dalle terre sacre dei Nativi, nonostante da oltre 100 anni abbiamo fonti di energie pulite, che, volutamente e per motivi ovvi, ci tengono nascoste.

La decisione di Trump è anche una vittoria per tutti i mostri petroliferi delle Multinazionali, che ora vedono le terre indiane come un piatto ricco per i loro profitti.


Un bellissimo discorso sulle "energie pulite"
 tratto dal film 
Sfida tra i ghiacci:




Certo è che il popolo indiano non starà fermo a guardare e anche se ben consapevole di essere solo una goccia che lotta contro la furia di un oceano oscuro e crudele, non si arrenderà mai e poi mai.
Gli indiani hanno sempre lottato e sempre lo faranno, nonostante la repressione subita, le botte, gli arresti, le persecuzioni, lo hanno dimostrato anche nella lotta al gasdotto nel 2016-2017, lo dimostreranno ancora e ancora....






Non sapete che lavorare, sudare e votare.

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Quanto stai per leggere è un testo di drammatica attualità, ancor più pensando che queste parole sono state scritte a cavallo tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 da Henry Gustave Jossot ,illustratore, pittore e scrittore francese, appartenente al movimento libertario:


"Io vivo fuori dal gregge; vi rifuggo tutti, voi. i vostri pastori e i vostri cani. Ho detto addio a tutto ciò che vi appassiona; ho rotto con le vostre tradizioni; non voglio saperne niente della vostra società pazzoide; le sue menzogne e la sua ipocrisia mi disgustano.


In mezzo alla vostra falsa civilizzazione io mi isolo; mi rifugio in me stesso; non trovo pace che nella solitudine. 


Non voglio più frequentarvi; mi metto al riparo da voi, perché siete tutti colpiti dalla follia: vi affannate per vivere più velocemente; vi affrettate, correte, vi spurgate. 

La vostra esistenza febbrile vi impedisce di pensare, di sognare, di sentire. E tutta questa frenesia non ha altra causa che il vostro accanimento per il guadagno: guadagnare denaro è per voi la legge suprema; arricchirvi, ecco il vostro unico scopo.





Non sapete che lavorare, sudare e votare.




È per lo sporco denaro. questo dio della nostra sporca epoca. che dichiarare la guerra; è per lui che uccidete e vi fate uccidere. Vi rendete infelici per lui; vi esaurite. Vi suicidate per lui. 
Non vi passa neanche per la testa di ridurre i vostri bisogni, di rinunciare ai vostri desideri, di pacare il vostro cuore. Nessuno di voi manifesta l’intenzione di rompere con l’infernale stato di cose attuale.

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Ah! Siete stati gettati nell`ingranaggio sin dalla nascita. 
Ma che dico? Prima che veniste al mondo, la vostra sorte era già decisa, la vostra vita tracciata e, da che avete fatto la vostra apparizione, vi hanno sottoposti a ogni sorta di influenza, familiare innanzitutto, scolastica poi, più avanti militare, e infine sociale.

Vi hanno insegnato a modellare la vostra esistenza su quella dei vostri genitori; hanno diretto i vostri sentimenti; hanno soffocato le vostre aspirazioni; vi è stata insegnata una morale; vi hanno inculcato delle credenze religiose; vi hanno prescritto doveri civici, obblighi mondani; vi hanno plasmati, impastati, triturati; vi hanno stritolati sotto tutte le convenzioni, sotto tutti i pregiudizi, sotto tutti gli errori.




Vi hanno imposto regole




vi hanno circondato di costrizioni; vi hanno eretto davanti barriere; vi hanno assegnato limiti; vi hanno forgiato catene. Hanno talmente annichilito la vostra individualità che infine avete perso la coscienza di voi stessi. 

Immagine correlataE quando un non-conformista, facendo tabula rasa dei falsi valori, cerca di spiegarvi il sublime poema della vita, di svelarvi la verità, di denunciare gli artifici che la snaturano, le convenzioni che la mutilano, le menzogne che la imbruttiscono, vi rifiutate di ascoltarlo. 

Se questi prova a purificare il vostro spirito elevandolo al di sopra dei miasmi morbosi che esalano dalla materia, se vi predica la vita interiore, la sola che sia degna di essere vissuta, voi sogghignate e lo prendete per pazzo, lo alienate.

Sub-umani radunati in greggi, avete tutti la stessa mentalità gregaria; belate tutti, con lo stesso tono, gli stessi luoghi comuni.
È per questo che vi rifuggo, voi, i vostri pastori e i vostri cani.


Henri Gustave Jossot


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venerdì 1 dicembre 2017

Come funziona la Medicina Indiana?

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Un grande uomo di Medicina, un vero sciamano di nome Bear Heart ci svela alcuni segreti del suo popolo per comprendere come funziona la loro sacra medicina:

La nostra gente apprese le tecniche di guarigione andando a digiunare sulle montagne: a volte ricevevano visioni e ascoltavano istruzioni che poi riportavano al villaggio.

E' in questo modo che abbiamo imparato il potere delle piante e il processo di guarigione. (Questa autentica testimonianza di uno sciamano indiano finalmente smentisce la tesi ufficiale della scienza che per secoli ha diffuso l'errata e pericolosa idea che la conoscenza delle proprietà medicinali di un erba venissero apprese nell'antichità tramite tentativi. Della serie provo questa pianta e vedo che effetto mi fa, se è velenosa muoio, se è curativa mi curo, ma oggi finalmente sappiamo che questa tesi resta appunto una tesi e che gli antichi saggi, guaritori, stregoni o sciamani non è così che apprendevano la medicina, bensì entrando in contatto con l'Uno attraverso particolari stati di coscienza alterata.)

Ma quando arrivarono in questo continente, i missionari ci dissero:
"Tutto questo è superstizione, eccovi la Bibbia."


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E fu così che noi prendemmo la Bibbia e, dopo averla letta, la nostra reazione fu: "Accipicchia, ma questo è un libro pieno di superstizioni".

"Cosa volete dire?", ci chiesero i missionari.
"Qui si parla della manna che cade dal cielo, di un rovero che bruciando non si consuma e poi del Mar Rosso che si divide in due".
"No, no, no, questa non è superstizione".
"E che cos'è?"
"Dio possiede il potere di comunicare con noi in qualunque modo".

Beh, se questo è vero, allora perché Dio non potrebbe comunicare con noi attraverso un animale o un uccello? E se la nostra conoscenza è fatta di superstizioni, perché il Dipartimento Farmaceutico degli Stati Uniti ha accettato 637 delle nostre erbe da introdurre nel prontuario medico?

I missionari non sapevano come risponderci...

Molte delle nostre tecniche di medicina sono scomparse.
Risultati immagini per bear heart shamanAbbiamo un'ottima medicina per il diabete, ma la terra in cui quest'erba cresceva è stata venduta e devastata dai bulldozer per potervi costruire sopra un centro commerciale e, purtroppo, non conosco altri posti in cui la pianta cresce.

Se un bambino aveva mal di stomaco, mia madre gli cantava un piccolo canto picchiettando il suo pancino per quattro volte e così facendo il male scompariva.

Sapete, ci sono un sacco di cose che non saprei proprio come spiegarvi. Come potrei spiegarvi perché scompare un mal d'orecchi senza usare nessuna medicina, usando solo un canto e soffiando nell'orecchio. Che cos'è che lo fa guarire?

Un mio fratello adottivo Cherokee fa lo psichiatra a Oklahoma City. Un giorno volevamo portare fuori a pranzo un'amica comune, ma quando andammo a prenderla lei era indisposta, perché aveva un terribile mal d'orecchi. Le dissi: "Lascia che ti curi".

Intonai un canto sacro e soffiai nel suo orecchio e improvvisamente lei si sentì bene. Durante il pranzo mio fratello psichiatra cercò quale canale e quale parte dell'orecchio fossero stati colpiti dal male ed in che modo fosse potuta avvenire la guarigione.
Anche se rea un indiano Cherokee e aveva avuto un'educazione indiana, crescendo l'aveva abbandonata e seguiva i valori della "società moderna" .

Per lui tutto doveva essere ricercato nei laboratori, scritto nero su bianco e avere una risposta logica.



Bear Heart, sciamano indiano - estratto dal libro "Il vento è mia Madre"